Saturday 21 November 2015

Noi, giovani europei, non abbiamo paura! Racconto di un impegno per l'Europa Unita.

Bruxelles, 21 novembre  -   Noi, giovani europei, non conoscevamo la guerra, almeno fino a questo tardo autunno che sa già di inverno. Oggi conosciamo una guerra diversa da quella studiata sui libri di storia, strategica, del terrore. Oggi al risveglio a Bruxelles, sotto i primi fiocchi di neve, abbiamo appreso che la città è controllata dalle forze dell'ordine, presidiata dall'esercito alla ricerca di Salah e dei suoi fiancheggiatori. Loro sono giovani come noi, hanno tra i 20 e i 30 anni, nati, educati! in Europa. I  media dicono che a Molenbeek continuano le perquisizioni nelle case, rastrellate una ad una e che è stato ritrovato un piccolo arsenale di armi, anche chimiche. Mentre leggiamo i comunicati dell'unità di crisi belga, vale la pena ricordare a noi stessi che siamo qui  "pour l'europe unie" e che non siamo affatto impauriti o scoraggiati. Partiti da diverse città europee, primo appuntamento il 12 novembre, per il training "Be  Ready 4 EU", organizzato dall'associazione Europe HOpes, 10 giovani europei vogliamo comprendere e comunicare l'Unione Europea ai suoi cittadini e scoprire se una integrazione tra diverse nazioni e sovranità è davvero possibile. E perché no, noi, questi giovani europei, vogliamo anche dire la nostra e influire sui processi decisionali a livello di Unione, come fanno i lobbisti di professione qui nella grande mela d'Europa.
Entusiasti e allegri fino al 13 novembre sera, quando  gli eventi di Parigi hanno colpito tutti noi  e non solo, il mondo. Ammettiamo che quella notte il nostro sonno è stato agitato e per la prima volta nella nostra vita abbiamo avuto paura al risveglio. I media tutti, i tweets confermavano che no, non era solo un terribile incubo, i morti erano davvero oltre 130. Il mattino del 14  è stato particolarmente silenzioso, tuttavia nel pomeriggio,  il centro era affollato, i trasporti funzionanti, negozi gremiti, solo molte forze dell'ordine a presidio degli ingressi delle metro.  Tutto ordinariamente in movimento. Molti volti però silenziosi, crucciati e sui mezzi l'allerta al vicino di sedile, soprattutto se extracomunitario con uno zaino o con un giubbotto troppo imbottito.    "Questi sono criminali e non rifugiati o richiedenti asilo"! - proclamava poi  Juncker al G20 di Antalya - invitando a non paragonare gli attentator ai rifugiati o ai richiedenti asilo. E così fra le misure di sicurezza prese da Hollande e le dichiarazioni dei grandi del mondo, passava il primo weekend dopo il 13 novembre. Lunedì 16 la vita lavorativa riprendeva quasi normalmente,  obbligata dai ritmi quotidiani,  ma sotto controlli intensificati soprattutto a Etterbeek, il quartiere delle istituzioni. Proprio quella mattina ci trovavamo in Parlamento in quattro, un'italiana, due olandesi e un belga mentre apprendevamo che la zona intorno alla Commissione era bloccata ed era in corso il primo assalto a Molenbeek, il quartiere delle moschee. Eppure in Parlamento Europeo ci sentivamo al sicuro. Sospendevamo comunque le attività nel pomeriggio. Il giorno dopo, il 17, eravamo anche noi in Parlamento europeo per la commemorazione per le vittime di Parigi alla presenza di Shultz, della Mogherini ed altri rappresentanti europei. Tutti cantavano l'inno francese e un violino con mestizia dava un altro commiato alle vittime di Parigi. Oggi 21 novembre, il centro di crisi belga consiglia massima prudenza, l'annullamento di concerti e altri eventi pubblici, a tutti di non frequentare luoghi affollati. La Metro 1-5, per intenderci, quella che passa sotto le istituzioni europee è bloccata. Insomma siamo nel mezzo di una guerra, senza precise regole, da far paura. E loro, chi odia la democrazia e i nostri valori europei vogliono proprio questo e lo proclamano con assoluta fermezza. Ma non cederemo. "#NousSommesUnis" è anche il nostro motto.  Questo secondo weekend dopo il 13 novembre è semplicemente una due giorni di riposo, in casa al caldo, mentre fuori nevica. E lunedì cammineremo ancora per le strade intorno alle istituzioni con un rinnovato impegno per l'integrazione europea. - G.A.
 

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